12
E così, mentre l’Ucraina è in ginocchio, Trump cerca di far firmare a Zelensky un contratto che gli consentirebbe di mettere le mani sulle preziose “terre rare” ucraine, risorse fondamentali che dovrebbero invece servire al popolo ucraino per risollevarsi dopo le devastazioni causate dall’invasione russa.
Questo contratto ha lo stesso valore morale di quello che un capitano, dalla tolda della sua nave, pretendesse di far firmare a un naufrago in balia delle onde come rimborso per il salvataggio.
Semplicemente indegno.
Provate a immaginare Roosevelt che propone a Churchill di firmare un contratto capestro per cedergli le miniere dello Yorkshire, delle Midlands e del Galles del Sud come rimborso per l’impegno americano nella seconda guerra mondiale.
Semplicemente inimmaginabile.
L’Ucraina, attaccata sul piano militare dal nemico Putin e sul piano economico dall’amico Trump, quale futuro potrà avere?
Gli Stati Uniti, l’Europa e l’Occidente hanno ispirato il mondo quando hanno saputo sostenere i valori della democrazia, della libertà e della pace non per mero tornaconto, ma per autentica convinzione ideale.
L’Europa deve scuotersi dal suo torpore, abbandonare ogni ridicola divisione interna e svolgere il ruolo che la storia le impone, per sostenere la democrazia e la libertà, per una pace giusta e durevole, per affermare il diritto internazionale circa l’intangibilità dei confini delle nazioni.
Tutti vogliamo la pace e non v’è dubbio che sia necessario trovare una via d’uscita dalla guerra, tuttavia, deve essere altrettanto chiaro che per avere una pace duratura non potranno più ripetersi le violazioni agli accordi presi con l’Ucraina.
Servono garanzie.
Occorrono quelle garanzie che Zelensky chiedeva nel recente e noto incontro nello Studio Ovale, quelle garanzie che gli Stati Uniti di Trump non vogliono più offrire e che, giocoforza, spetterà alla nuova UE assicurare.
Per l’UE questa sarà una prova di maturità.
Per chiarire l’importanza di tali garanzie ed evitare il ripetersi degli errori del passato, vi propongo un breve excursus circa gli accordi violati dalla Russia in relazione all’integrità dell’Ucraina.
𝟭. 𝗠𝗲𝗺𝗼𝗿𝗮𝗻𝗱𝘂𝗺 𝗱𝗶 𝗕𝘂𝗱𝗮𝗽𝗲𝘀𝘁 (𝟭𝟵𝟵𝟰)
L’Ucraina rinunciava al suo arsenale nucleare – il terzo più grande al mondo all’epoca – in cambio di garanzie di sicurezza da parte di Russia, Stati Uniti e Regno Unito.
La Russia, in particolare, si era impegnata a rispettare l’indipendenza, la sovranità e i confini esistenti dell’Ucraina.
Nel 2014, con l’annessione della Crimea e nel 2022, con l’invasione su vasta scala dell’Ucraina, la Russia ha violato direttamente questo accordo.
𝟮. 𝗧𝗿𝗮𝘁𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝗺𝗶𝗰𝗶𝘇𝗶𝗮, 𝗰𝗼𝗼𝗽𝗲𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲𝗻𝗮𝗿𝗶𝗮𝘁𝗼 𝘁𝗿𝗮 𝗥𝘂𝘀𝘀𝗶𝗮 𝗲 𝗨𝗰𝗿𝗮𝗶𝗻𝗮 (𝟭𝟵𝟵𝟳)
Questo trattato prevedeva che Russia e Ucraina riconoscessero reciprocamente l’integrità territoriale e i confini esistenti.
Nel 2014, con l’annessione della Crimea e nel 2022 con l’intervento militare nel Donbass, la Russia ha violato l’accordo.
𝟯. 𝗡𝗔𝗧𝗢-𝗥𝘂𝘀𝘀𝗶𝗮 𝗙𝗼𝘂𝗻𝗱𝗶𝗻𝗴 𝗔𝗰𝘁 (𝟭𝟵𝟵𝟳)
Si tratta di un accordo siglato nel 1997 tra la NATO e la Russia per stabilire le basi della loro relazione post-Guerra Fredda.
La Russia, in questo accordo, si impegnava a rispettare la sovranità degli Stati vicini e a non minacciare l’integrità territoriale di altri Paesi.
Questa intesa è stata violata con l’invasione dell’Ucraina nel 2014 e nel 2022.
Inoltre, questo accordo è fondamentale per smontare il classico argomento dei “disinformatori”, circa l’attualità di un accordo verbale tra Stati Uniti e URSS, sancito ai tempi di Gorbaciov, sulla non espansione della NATO a Est.
Il NATO-Russia Founding Act del 1997 stabiliva chiaramente che ogni Stato ex-sovietico aveva il diritto di scegliere le proprie alleanze, inclusa l’adesione alla NATO.
In cambio, la NATO si impegnava a non dispiegare forze nucleari permanenti nei nuovi Stati membri, salvo minacce alla sicurezza, impegno che è stato rispettato.
Dunque, come è evidente da quanto esposto, l’adesione degli ex-paesi sovietici alla NATO è perfettamente legittima e non viola nessun patto in vigore.
𝟰. 𝗔𝗰𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼 𝗱𝗶 𝗜𝘀𝘁𝗮𝗻𝗯𝘂𝗹 (𝗢𝗦𝗖𝗘, 𝟭𝟵𝟵𝟵)
La Russia si impegnava a ritirare le proprie truppe dalla Moldova e dalla Georgia e a rispettare la sovranità degli Stati post-sovietici.
L’accordo è stato violato dalla Russia nel 2014, con l’annessione della Crimea e nel 2022, con l’invasione su larga scala dell’Ucraina.
𝟱. 𝗔𝗰𝗰𝗼𝗿𝗱𝗶 𝗱𝗶 𝗠𝗶𝗻𝘀𝗸 (𝟮𝟬𝟭𝟰-𝟮𝟬𝟭𝟱)
Firmati tra Russia e Ucraina con la mediazione di Francia e Germania, prevedevano il ritiro delle forze straniere dal Donbass, il disarmo dei gruppi armati illegali e il ripristino del controllo ucraino sui confini.
La Russia ha ripetutamente violato l’accordo, continuando a sostenere i separatisti nel Donbass, inviando loro armi e truppe, fino ad arrivare all’invasione diretta dell’Ucraina nel 2022.
Per costruire una solida prospettiva di pace e non ripetere gli errori del passato, dobbiamo conoscere bene i fatti.
Per stare dalla parte giusta della storia occorre riconoscere la verità dei fatti.